martedì 30 giugno 2015

Sedicesima lezione
F. O. Gehry

Gehry è l'architetto tridimensionale, forma un gruppo, il gehry Technologies che offre servizi CAD. un lungo percorso ci attente, masse, traiettorie, e collisioni.
Lui è originario di un pensatore industriale socialista... Il nonno possedeva un ferramenta, figura  mentale insediata in lui e che lo condizionerà nell'attività professionale. Egli è soprannominato "fish" perché puzza e viene da una famiglia ebrea di Toronto. Nell'immediato dopoguerra vanno a avivere nel centro città di Los Angeles, città molto pericolosa. Si sposa con una segretaria e riesce andare all'università laureandosi intorno alla metà degli anni 50. Lavora con Victor Gruen, un architetto meno talentuoso di lui. Si dedicano in molti al planning ad Harvard...capendo di essere bloccato, va in francia, dove resta dal 1962 fino all'età di 33 anni per poi tornare negli States e aprire uno studio. Non è ancora nata in lui la verve che noi tutti conosciamo, esercita il mestiere in modo professionale ma nulla di straordinario, molto tradizionale.
Come Kahn a un certo punto sente di dover ripartire da zero. Chiude lo studio e va in analisi per cercare di risolvere alcuni nodi e ripartire da un nuovo punto. Fa un totale azzeramento, divorzia e si risposta con Bertha, pensa all'arte come soluzione all'architettura poiché essa è divenuta solo tecnica tralasciando l'arte. Nel periodo 50-60 con la Pop-Art egli trova una specie di nuova via. Il periodo è legato a Warhol,Oldenburg e Rauschenberg. Ritrova la ragione perché non riusciva a capire l'arte del momento  o l'assenza di essa, il periodo precedente era legato alla guerra e alla tecnica, lui vuole trovare uno spazio nel mondo non tecnico e trova questa possibilità nella pop-art, diventandone parte. Potrebbe rappresentarsi come una crisi risolta di un cervello potenzialmente dedito alla tecnica, ma che ragione non vuol sentire se non l'arte, mera rappresentazione di una irrazionalità ingovernabile e organizzata...Progetta la sua stessa casa, creando una sorta di "accozzaglia" di materiali assemblati in maniera originale, come un quadro pop... molto emblematica. La casa è uno splitelevel su 3 livelli sfalzati

Casa Spiller: un progetto apparentemente interessante, generatore della parola" cheapscape" ossia paesaggio povero, rimosso. Lo spazio diventa fulcro con annessi barocchi in  quanto lo spazio intercluso è derivante dal paesaggio barocco... la composizione degli edifici ricorda i veri e proprio studios, ripropone un paesaggio tipico di Hollywood, residenza per un vero filmaker (casa per Spielberg). Gehry ha dei modelli organizzativi che ritroveremo anche a Bilbao. Tranciare è l'altra parola chiave, dove questo concetto si può notare nell'università di Yale, in una città pericolosissima, o anche il museo di Los Angeles. In Giappone progetta u edificio a forma di pesce, come anche a Barcellona. Fa poi una biblioteca bisimmetrica e inizia a progettare case per persone molto facoltose come la Sirmai Peterson, o  casa Schnabel a Brentwood.
Continua sempre a sfidarsi, a creare cose nuove, cose mai viste, è un vero sperimentatore.
Fondere è una nuova parola chiave, si trova nell'american center, dove criteri progettuali si avvicinano al Guggenheim con una lontana eco wrightiana, ma la driving force viene dall'atrio che per Wright era il camino. Altra opera del fondere è la casa danzante di Praga, dove in degli spazi molto complessi affianca dei sistemi distributivi e non , molto semplici che permettono di far funzionare tutto... la leggenda che narra che gli ingegneri modificano completamente i progetti di Gehry è falsa, il fondere è fatto per dare slancio e creare traiettorie; come anche nella Disney opera house di Los Angeles.

Museo Guggenheim di Bilbao: è sicuramente il suo progetto più importante e riuscito, la città di Bilbao è la capitale industriale della Spagna, presenta un fiume che si identifica in questo caso come la chiave, il passaggio da città industriale a città dell'informazione è esplicata con la cattedrale di Gehry. La città di Bilbao affronta il tema decaduto dell'industria con un approccio intellettuale. Si pensa dunque a un nuovo investimento legato all'informazione. Il sindaco e l'amministratore pensano alla fondazione Guggenheim, famiglia ricchissima americana che da molti decenni attua una politica di mecenatismo. Dunque questa famiglia può essere il link di rivoluzione per Bilbao. Gehry sceglie personalmente dove realizzare il museo, invitano altri architetti "per finta" infatti Frank vince il concorso a mani basse nel 1991 e poi inaugurato nel 1997 per un costo di 100 milioni di dollari.
Il progetto coinvolge tutto lo spazio urbano, ci si può arrivare da diversi punti, se si arriva dal fiume una torre indica il traguardo. Le varie parti conformano lo spazio urbano, lui non soltanto pensa a questa cosa, ma riesce a farsela realizzare! La fusione dell'incastro non è fatta per creare l'oggetto, ma per creare delle traiettorie. Boccioni in questo senso è il più grande decostruttivista della storia.
Il progetto  magnetico, coinvolgente, tridimensionalmente scultoreo,  la parola chiave è traittoria .
Altra parola chiave è cattedrale , come una torre, una chiesa, tutto richiama a una cattedrale imaginifica nel deserto, un baluardo. Il Guggenheim era una meta per milioni di intellettuali e a Bilbao si esprime il tutto, un universo esploso.  E' una cattedrale anche dal punto di vista organizzativo; iperfunzionalismo prima d'ora infatti non si era mai visto un museo così funzionale, il trucco sta nella conquista del centro! Gehry sviluppa un centro con delle ali le quali portano tutte all'altrio. I sistemi distributivi sono molto studiati in modo da non toccare il centro-->geniale!

Altra cosa geniale è la disposizione delle bucature, crea quindi delle scatole per l'esposizione, 4 per ogni piano e il sistema non  è gerarchico, ma è parallelo e in continua scoperta, tutto prende questa piega. Come faccio ad ottimizzare tutte le equazioni messe a sistema? Con un computer, infatti entra fortissimamente in accelerazione, in Gehry il computer è già impiantato nel suo immaginarlo... Liquefare dunque è l'ultima parola chiave, infatti Gehry nel progetto di un piccolo centro scientifico attua tutte le parole sopradescritte ma anche in altri progetti

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