domenica 22 marzo 2015

          Il ruolo strutturante delle informazioni nella società:


Il nostro rapporto con l'informatica è a un tempo strutturale, strutturale perché è l'intera società che ruota attorno al valore delle informazioni, culturale perché orientarsi in qusto nuovo scenario è fondamentale e formale perché le procedure messe in atto nel pensiero informatico possono influenzare il modo di concepire la forma architettonica. 


 Alvin Toffler, sociologo, nel suo libro del 1980 "la terza ondata" ipotizza,analizzando la storia dell'uomo, che essa può essere suddivisa in tre "ondate" preponderanti; La prima, durata migliaia di anni, ossia quella dell'agricoltura. La seconda invece, durata circa due secoli, ossia quella dell'industria-elettrica. Per ultima troviamo quella tutt'ora in atto, appunto quella dell'informatica. Inizialmente la ricchezza si stabiliva sul possesso del terreno, più se ne aveva, più si era ricchi.
Odiernamente invece il possedere le informazioni stabilisce un vero canone di ricchezza senza precedenti (guarda Google, Bing, Facebook, Virgin ecc...).
Questo comporta una serie di scelte individuali, se oggi si punta ad investire su un bene come la terra, il profitto sarà relativamente basso. Tuttavia  l'investimento, potenzialmente, è produttivo. Come si fa però a scindere queste tre ondate? Prima di schematizzare le cose si deve precisare che nell'età attuale, quella della terza ondata, ogni o quasi tutti i beni sono personalizzabili e non più standardizzati e funzionalmente uguali (vedi Personal Computer, Smartphone, automobili).
Prendiamo allora l'ipotesi di un MANGO:


                   Prima era                              Seconda era                             Terza era


inoltre il prodotto, nella prima era, era destinato ad essere consumato e venduto entro pochi chilometri; già nel secondo periodo invece un prodotto poteva, e lo faceva, viaggiare di molti chilometri in più rispetto a prima (ad esempio 1000 KM), oggi invece può benissimo fare il giro del mondo.
Riflessione: Le Corbusier in "maniera di pensare l'urbanistica" affrontava già il problema prima di Toffler, infatti analizzando l'individuo e tutto quello che lo circondava, sottolineava il paradossi di questa nuova era "meccanica" dove adesso le auto sfrecciavano a 100 KM/h, mentre prima la velocità standard era quella di 7-8 KM/h ossia quella del carretto tirato dai buoi e addirittura inferiore se ci si muovava a piedi. Lo spazio si era in qualche modo relativizzato, era accaduto un qualcosa che succede solo una volta ogni migliaio di anni, ossia un balzo in avanti. Una nuova concezione non più fermamente e strettamente funzionale alla funzione ma funzionale rispetto alla forma e a tutti gli ambiti che gli scienziati potevano adempiere. 
Nell'epoca dell'informatica il mango è rappresentato per il 50% dll'informazione e appunto le percetuali indicano un aspetto fondamentale. Facendo l'esempio del mango, ci creiamo un limite, anche perchè esso non rappresenta un bene creato artificialmente, ma datoci dalla natura. Se però guardiamo dei prodotti dell'epoca industriale come la FORD T, primo modello venduto più di un milione di volte, le percentuali cambiano e diventano fortissime, enormi!
Con il fenomeno quindi di standardizzazione si tende a replicare all'infinito un oggetto (o quasi). Il valore ultimo di un oggetto industriale è la sua esistenza in quanto oggetto che funziona, io esisto in quanto funziono!  Non a caso in quel periodo c'era l'architettura funzionalista-razionalista, e tornando al prototìpo della Ford T si è fatta l'operazione di creare un oggetto e renderlo appetibile e necessario a tutti: "va bene la FORD T di ogni colore, purché sia nera!" Un tentativo invece di personalizzazione pilota è quella scaturita dalla fabbrica "SWATCH" di orologi, infatti anni fa creava modelli tutti diversi, più di quanto non lo si fa oggi, come essa anche la "FREIBAG" che produce borse, realizza i suoi prodotti tutti diversi e con una gamma prezzi molto varia; perché? perché realizza i suoi prodotti riciclando i teloni dei camion. 





A Stanford invece si determina il concetto attuale di Google: il 70% del tempo lavorativo è dedicato all'azienda in se, mentre il restante 30% è dedicato alla piena creazione di programmi e applicazioni (guarda Google Earth, Drive ecc...), creando queste nuove "app", Google immette nelle sue funzioni sempre cose più funzionali e la cosa bella è che gli inventori guadagnano in percentuale su di esse, come un diritto d'autore, un copyright. 

martedì 10 marzo 2015

La denominazione di "DATO"

Un dato per avere significato ha bisogno di un sistema convenzionale.

Anche lo stato di quiete o di moto sono molto rilevanti in termini di classificazione, essi determinano dei punti salienti indispensabili per rendere sensibile tale dato.

Noi definiamo una cosa, con la parola "INFORMAZIONE", facendo un'analisi e dando a un dato un'"applicazione" di sistema convenzionale. Ma perché appunto esso viene definito DATO, si dovrà fare una indagine che va a radicarsi non nello stato attuale delle cose, bensì nelle modificazione degli stati passati e potenzialmente modificati rispetto allo stato attuale. Il Dato, in senso strettamente pratico, può essere attribuito a un "container" infinito e pieno di informazioni di ogni genere. Esse possono interessare tendenzialmente il campo semantico e convenzionalente vicino alle semplici associazioni mentali di esso.




In campo informatico i dati sono puri e semplici, e in verità sensibile, essi non esistono. In informatica, ma prima nella matematica, un codice binario 0-1 definisce se in un sistema c'è qualcosa in movimento, in pratica si definisce se il sistema è in tensione o meno. Tuttavia un sistema informatico ha bisogno di essere programmato, ed esso, definito come mondo informatico è già formalizzato in partenza.

Riflessione: Nel film TRON, caposaldo del cinema fantascientifico, viaggiando nei meandri della programmazione numerico-informatica, il protagonista scorge all'interno della "RETE" un mondo, un vero e proprio sistema, potenzialmente infinito, ma effettivamente già esistente e limitato (vuoi dalla tecnologia, vuoi dalla semplice evoluzione di un organismo cibernetico). 


Tornando al mondo informatico come lo conosciamo noi, infatti, esso è definito entro un sistema di riferimento, forse cartesiano, ma in realtà "non esistono dati, ma solo informazioni".

Un punto definito nello spazio, può rappresentare infinite cose, un buco nero, un punto ortografico, un punto nello spazio, una circonferenza infinitamente lontana; Allo stesso modo una circonferenza può rappresentare infinite cose come la lettera O, il numero Zero, un potenziale buco o semplicentente il punto di prima soggetto a uno zoom...

Tuttavia facendo una digressione filosofica e/o teologica porgiamoci la domanda di cosa possa essere Dio oggi: Alcuni non sapranno rispondere alla domanda, per altri invece sarà scontata, per altri priva di senso. Ma per altri la cosa che più ci si avvicina, è il colosso della rete, ossia Google. Perché? La risposta è semplice, esso racchiude miliardi di informazioni, informazioni di ogni genere, accomuna miliardi di persone e tecnicamente e informaticamente parlando è in ogni luogo (più o meno).